
Recensione a E. Catalano, Il fascino della Sirena, Progedit, Bari 2022, Euro 15.
È un colto divertissement questo giallo dell’italianista Ettore Catalano, Il fascino della Sirena, prosieguo delle avventure di Donato Tanzarella, vice questore a Brindisi.
Un romanzo agile, che si legge con piacere sin dalle prime pagine e che tiene ben viva l’attenzione del lettore sino allo scioglimento finale. Un’opera che ha il pregio di uno stile curato e al contempo agevolmente fruibile.
Incontriamo Tanzarella alle prese con le interazioni affettuose, non sempre facili, con la patologa melomane Viola Lorusso, e con alcuni delitti dietro i quali sembrerebbe cogliersi la mano di un dotto e lucidamente folle serial killer. Luoghi brindisini iconici e significativi sotto il profilo culturale divengono scenari del macabro ritrovamento dei corpi di uomini accomunati apparentemente solo dal legame tra i loro cognomi e “personaggi storici del passato della città messapica”. Al crudele assassino, che firma i propri delitti con citazioni operistiche o frasi latine, viene attribuito non a caso l’epiteto di “killer dei Palazzi storici”. Una serie di fattori condurrà – complice un medaglione, ma anche la stemmatica dei palazzi nobiliari – all’accostamento della vicenda al mito sirenico. Un’icona, quella della Sirena, che si connota per il connubio di fascinazione e Morte tra mare e terra, nella declinazione di una “femminilità quale duplicità sessuale e divorante”. Tanzarella dovrà ricorrere a molteplici aiuti, da parte di storici, esperti di antropologia, melomani e soprattutto di un errore del killer, che mostrerà le bout de l’oreille, per poter addivenire alla soluzione dell’enigma. Tra i suoi aiutanti, il professor Dionisio La Ciura, il cui nome è un chiaro omaggio a Giuseppe Tomasi di Lampedusa e al suo Il professore e la sirena, da cui Catalano ha tratto l’esergo, non irrilevante ai fini della comprensione della chiave di volta del mistero.
Molti i punti di forza del romanzo: la lucidità della costruzione, lo stile, l’ironia che traspare di pagina in pagina e che accompagna Tanzarella nelle sue ripetute frustrazioni… Non di rado, infatti, il bravo vice questore percepisce la propria inadeguatezza a star dietro non solo all’assassino, ma anche ai propri stessi dotti aiutanti, a cominciare da Viola stessa. Emblematica la mancata individuazione da parte di Tanzarella del fatto che uno dei ‘biglietti da visita’ dell’assassino riportasse una citazione decisamente celebre del Leporello mozartiano; è peraltro da dire che la lentezza del detective nel decifrare gli indizi è espediente narrativo da Catalano adottato per coinvolgere il lettore nelle sciarade del romanzo. Buona la caratterizzazione dei personaggi, da Viola (anche nella sua simpatica rivalità con la dottoressa Gradella) all’amico Mino; anche la figura del “killer dei Palazzi storici” è così ben scandagliata nei suoi tratti caratteriali e moti psichici che, giunti a un momento topico del romanzo, il lettore non ha quasi esitazione nel riconoscerla. Perché l’elemento della detection e del gaddiano garbuglio conta, ma conta ancor più il desiderio di raccontare una storia gradevole e avvincente, divertendo il lettore. Il tutto in un gioco citazionista che va dai modelli giallistici (evidente quello di The A.B.C. Murders della Christie) alla musica di Mahler, dal mito (nelle sue declinazioni dalla classicità ai tempi odierni) alla melomania, per non parlare degli aspetti criminologici.
Domina però una protagonista indiscussa, fattore che ha reso questo romanzo al Giano (che vi ha trascorso l’infanzia e la prima adolescenza) ancora più caro e gradito: la città di Brindisi. È a tale angolo bellissimo della Puglia, dal fascino signorile, che Catalano rende omaggio rievocandone, per esempio, la storia; penso, a tal proposito (per fare alcuni esempi), ai riferimenti alla vicenda del Teatro Verdi o al ricordo di personaggi illustri quali il patriota Cesare Braico (1816-1887). L’itinerario alla ricerca della “Sirena” dall’ambiguo charme mortifero conduce Tanzarella inoltre a indugiare in scenari quali le vicinanze della stupenda Scalinata Virgilio, tra i simboli della città pugliese. Un po’ Sirena anch’essa, pronta a irretire e ammaliare il lettore in questo accattivante viaggio.