Dark 5M


Recensione ad A. Nanni, Dark 5M, Scatole Parlanti, Viterbo 2022, Euro 14.

Dark 5M è senz’altro un titolo calzante per il noir di Andrea Nanni, recentemente edito da Scatole Parlanti nella Collana Voci.

Si tratta infatti di un avvincente viaggio nelle tenebre del Dark Web; come si legge nella Notte dell’Autore, “Secondo le statistiche il 95% di quello che avviene in queste reti oscure è di natura illegale, come commercio di sostanze stupefacenti, pedopornografia, vendita di armi o peggio. (…) Inoltre, sempre secondo gli esperti, si stima anche che il dark web occupi circa il 90% di tutta la rete mondiale, quindi ciò che viene mostrato a un utente comune navigando su piattaforme come Google pare corrisponda solo al 10% della rete reale esistente.”

Non stupisce che, in quest’opera in amebeo tra Livorno e il capoluogo dell’Emilia-Romagna, l’atmosfera privilegiata dall’autore bolognese sia quella notturna, con l’insonnia a tessere le trame dei personaggi principali della vicenda. È l’insonnia di Manuel a favorire la scoperta degli insoliti messaggi che la sua compagna, Chiara, riceve di notte su Whatsapp. Nell’atmosfera domestica, nella sonnolenza di una relazione non caratterizzata da peculiare passione quanto più che altro da una ricerca di stabilità, piomba un elemento che dischiude all’unheimlich. Tradimento o qualche più oscura trama coinvolge questa figura, che reca la claritas nel nome, ma nelle tenebre potrebbe celare un terribile segreto?

“Era sempre stata una ragazza sincera, dolce, quasi ingenua in senso positivo; (…) Forse inconsciamente avevo scelto lei perché per me valevano molto di più la serenità e la mancanza di dubbi, probabilmente infatti non ne ero mai stato davvero innamorato.” Quella che al protagonista maschile appariva l’ordinarietà quietante di Chiara si tinge di mistero ed ecco il suo ricorso a Mercy, vestale del dark web. Non sarà un caso che Mercy in inglese abbia significato di “misericordia” e anche di “grazia”. Comincia così la detection della donna e ha inizio all’insegna dell’inquietudine per lei, perché – complice la segnalazione dell’“amico” Luca – l’uomo ha del tutto bypassato le regole dei frequentatori delle dark net, contattando Mercy tramite la sua “e-mail personale e privatissima” e facendole percepire subito una sensazione di pericolo.

L’opera ha una struttura abbastanza uniforme, con l’alternanza di brevi capitoli che rappresentano una sorta di dialogo a distanza tra il cliente e la detective; in tale schematizzazione a un capitolo con Manuel narratore interno ne segue uno raccontato da Mercy e ciò favorisce un’alternanza di visioni del reale che ben si contrappuntano. Successivamente la prospettiva si allarga ed ecco che subentra la voce di un narratore esterno che ne “La Montagnola” ci introduce in una delle “principali piazze di spaccio di eroina”, seguendo – con lo sguardo – due inquietanti creature, per poi assumere il punto di vista di un altro personaggio, Murat, mantenuto per ben nove capitoli. In questa sezione, centrale, si assiste pertanto a un racconto in terza persona con focalizzazione interna.

In un girotondo d’anime inquiete, a poco a poco i contorni della vicenda si chiarificano, complici anche alcuni interventi imprevedibili. Tra questi segnaliamo il ruolo di Miranda, il gatto di Mercy, al quale Nanni ha affidato un curioso spunto citazionista. Il felino ha infatti lo stesso nome della diafana e bellissima protagonista del romanzo Picnic at Hanging Rock di Joan Lindsay e dell’omonimo film di Peter Weir; con lei, del resto, condivide il ‘vizio’ d’essere creatura sparente. “Pensai fosse nella sua fase di Hanging Rock giornaliero, scomparsa da qualche parte in quel labirinto di rocce australiane ma poi la tro­vai in cucina a giocare indiavolata con una pallina da tennis gialla”. Questo particolare assumerà narratologicamente valore metonimico, secondo quanto subito può intuire il lettore smaliziato. “Faticosamente riuscii a prendergliela e vidi che non si trattava di un disegno ma di due lettere, esattamente sui due lati opposti: L e M, scritti con un pennarello rosso. Già, ancora la M.  Sembrava un cattivo scherzo del destino più che una coincidenza.” Così, in questa storia in cui abbondano le M, a rivelarsi risolutivo sarà un viaggio di Mercy; quest’ultimo motivo, del resto, attraversa l’intera opera. C’è il viaggio di Murat, nelle intenzioni salvifico nella realtà perturbante; ci sono i suoi spostamenti verso Livorno per la sua ‘febbrile’ attività; c’è l’inchiesta di Mercy nelle tenebre del dark web, che la condurrà a Bologna per ben due volte, l’ultima – imprevedibile – a cercare “tra monumenti e angeli di marmo” le vestigia di “un mistero perso nel vuoto per sempre”. Perché ogni itinerario nell’umana miseria e oscurità cela approdi impensati e inesprimibili, proprio come in questo romanzo che spinge il lettore, pagina dopo pagina, a voler colmare con Mercy le lacune nelle tessere di un sinistro mosaico.

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5 pensieri riguardo “Dark 5M

      1. Noto che parli spesso di romanzi noir e distopici: adoro entrambi i generi, quindi per non perdermi le tue prossime recensioni ho deciso di iscrivermi al tuo blog. Grazie a te per la risposta! 🙂

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